Esisteva già ma ora torna alla ribalta milanese il Teatro alle Colonne, piccolo gioiellino milanese ancora una volta offerto alla cittadinanza, situato in Corso di Porta Ticinese 45 proprio in mezzo alla celebre piazza delle Colonne di San Lorenzo. Chiuso da un paio d’anni, i proprietari lo hanno dato in gestione a un gruppo di giovani che vogliono proporre qualcosa di veramente nuovo il ‘teatro umano’, dove si possa rappresentare di tutto. Non solo un teatro politico, musicale o classico ma davvero uno ‘stile umano’.
Sono andata a parlare con loro, che inaugurano venerdì 22 ottobre la loro sala con Human Discount – la vita di questi tempi, tre brani dedicati a donne interpretate da Nicoletta Mandelli, Marisa Della Pasqua e Camilla Maffezzoli, dirette da Paolo Scheriani che è pure autore di tutti i testi. Sono andata a conoscerli e questo è quanto mi hanno raccontato.
“Abbiamo cominciato all’inizio degli anni ’90 a collaborare con l’Out Off di via Duprè, ai tempi di un giovane Antonio Sixty e abbiamo lavorato, crescendo in ogni senso, per esprimere sempre più quanto sentiamo dentro noi stessi” afferma Paolo. “Oggi lo facciamo con gratitudine perché anche noi siamo stati risvegliati dal teatro, dall’arte e dalla poesia e siamo cresciuti, desiderando che quello che aveva funzionato per noi diventasse un’esperienza da trasmettere ad altri. La prima stagione sarà basata tutta sui lavori di mia drammaturgia, con l’intenzione di aprirci al più presto alla collaborazione e alla condivisione. Siamo aperti a tutti e non saremo solo un ‘contenitore’ per cose qualsiasi, pur di esserci”.
Gli chiedo come organizza il suo lavoro d’autore, se si documenta, visto che il primo spettacolo racconterà la storia di tre donne, una delle quali davvero esistita, quella ragazza americana uccisa da un carro armato mentre lei opponeva resistenza passiva per manifestare a favore dei palestinesi. La seconda è una ipotetica donna che muore nei campi detentivi della Libia, dopo aver tentato di approdare in Europa per sfuggire alla miseria del proprio paese e la terza… beh, lascio un po’ di suspense. Paolo risponde: “Di solito prima scrivo, poi scopro che esistono dei collegamenti con la realtà. Non faccio ricerche prima di scrivere”.
Nel corso della stagione ci sarà uno spettacolo dedicato alla pena di morte, intitolato Il meccanismo dell’ombra – con il culo sulla sedia elettrica e di questo dice: “Solo per quello ci sono stati incontri con avvocati e gli aneddoti sono autentici”. Interviene Nicoletta: “Lui è bravo di suo, davvero, ha molta fantasia. In realtà io sono quella che legge, lui è quello che scrive e non sempre dopo avermi ascoltata ma prima!”. Chiedo allora da quando si sono messi in proprio e se loro due stanno insieme anche nella vita, oltre che in teatro, vista la grande armonia che li unisce. “Beh, siamo sposati” dice Paolo, subito seguito da Nicoletta che aggiunge: “Ma solo dopo undici anni di convivenza!”.
“Volevamo creare una casa” continua Paolo, “in cui chi sta sul palco non debba apparire ‘superiore’ agli altri, a chi è in platea. No all’egocentrismo dell’artista, sì alla condivisione. Fino al momento in cui, oltre alla ricchezza comune vissuta fra persone, speriamo di gestire questa stagione al Teatro delle Colonne come una svolta. Vogliamo sfruttare specialmente questa prima stagione concentrando le giornate di lavoro, comprimendole in serate che vadano dal venerdì alla domenica, fino a quando avremo un riscontro di pubblico utile a fare di più”.
“Vogliamo dare una serie di appuntamenti che rendano questi giorni pieni, offrendo non solo due spettacoli a sera, uno alle 20 e 30 e un altro alle 22, ma di giorno intendiamo offrire cicli di eventi, come concerti, eventi, mostre e così via” prosegue Nicoletta, una bella ragazza alta, slanciata, dai lunghissimi capelli castano chiaro e grandi occhi, facile al sorriso. “Vogliamo affrontare alcuni argomenti sotto diverse declinazioni, come gli incontri alla domenica mattina, il primo dei quali sarà intitolato ‘Milano brucia’, dove diversi personaggi noti potranno intervenire per discutere e capire se Milano brucia di passione e d’energia oppure d’altro…”.
“Anche per questo” continua Paolo, “la stagione 2010-2011 si chiama ‘Il migliore dei mondi possibili’ e vogliamo che definirla ‘una stagione ad alto contenuto umano’ sia un percorso sincero e profondo. Altro spunto: la pace e la cultura che permette di costruirla, dando la parola a chi sa o ha buone idee sull’argomento”. Di nuovo Nicoletta parla: “Il primo spettacolo è dedicato a chi, in fondo, può smettere di voltare la testa da un’altra parte. Io interpreto la prima, Rachel Cory, Camilla sarò Ailikha, una ragazza eritrea che parte con altre centinaia di persone in un viaggio nel deserto per salire su una ‘nave della speranza’, ma sarà fermata da una motovedetta e…”
La interrompo per non sapere troppo. Ho già deciso che voglio vedere dal vivo e di persona, ma le parole escono e intravedo un finale surreale, molto sorprendente. Il tutto è accompagnato dai performing video di Luca Lisci, un artista multimediale che ha fatto molto cinema anche importante e che collabora con loro da tempo. “La terza donna del nostro spettacolo” conclude Nicoletta, “racconta di un viaggio a ritroso nel tempo alla ricerca dell’origine di un anello e, andando indietro nel tempo, crea la storia di un diamante che proviene da un piccolo inferno in Sierra Leone, dove accadono atrocità varie ma il tutto riconduce a due innamorati e al loro anello, il tutto accompagnato da diapositive”.
“Quando il teatro vinse la guerra è il titolo di una trilogia Spiega ancora Paolo, di cui Human Discount è la prima parte. Le altre due ci saranno a gennaio e infine tra aprile e maggio 2011. Vorremmo ispirare chi vi assiste, favorendo l’idea che esiste la possibilità di cambiare il mondo”. Una cosuccia da nulla, dico io un po’ ironica. “No” asseriscono entrambi. “Bisogna liberarsi prima dei suoni troppo froti e poi ascoltare ‘altro’. Anche gli altri due spettacoli della trilogia parleranno di guerra, ma mostrano come il teatro possa proporre nuove ipotesi, superando la paura e le disillusioni. Se ci si allena a vedere ‘altro’, a confrontarsi con chi ha ancora idee e speranze, l’idea di risvegliare le menti attraverso l’atto teatrale ha senso”.
“Crediamo che l’unica rivoluzione possibile” conclude Nicoletta, quella del Terzo Millennio, è quella da vincere dentro di sé, per offrire valori alla conoscenza degli altri, dando importanza sia alla parola sia alla cultura”. Paolo, un bel giovane dallo sguardo intenso, aggiunge: “E’ importante usare le parole buone e tutti possono farlo. Noi lo facciamo col teatro, questo è in fondo un privilegio perchè possiamo metterci anche la nostra creatività”. Tutto chiaro, direi. Finisco suggerendovi di visitare il loro sito, www.teatroallecolonne.it e di partecipare numerosi a questa nuova avventura.